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Habacus, la startup che agevola il prestito agli studenti senza chiedere garanzie economiche

di Emily Capozucca

Habacus, la startup che agevola il prestito agli studenti senza chiedere garanzie economiche

Si parla spesso dell’importanza del capitale umano. Di quanto sia fondamentale puntare sulla formazione della classe dirigente del futuro e di quanto una crisi, come quella che stiamo attraversando a causa del coronavirus, possa portare, come è già successo con quella del 2008 al crollo delle immatricolazioni universitarie. Anche Ferruccio de Bortoli, in un suo recente articolo ha sottolineato il rischio che la «povertà educativa come conseguenza di una profonda recessione aumenti ancora di più le disuguaglianze» se non si investe in formazione.

La storia

Una startup che facilita i finanziamenti allo studio senza chiedere nessun tipo di garanzia economica se non l’impegno nell’essere in regola con il corso di studi è Habacus, che opera nel mercato del fintech ad impatto sociale, fondata nel 2017 da Paolo Cuniberti, investment banker con una trentennale esperienza nel mondo della finanza. Lo scopo è avvicinare la finanza sostenibile al mondo della formazione. Habacus fa da certificatore della performance accademica degli studenti consentendo loro di ottenere un prestito d’onore da parte di istituti bancari convenzionati (al momento Intesa Sanpaolo). L’attenzione di Cuniberti cade proprio sullo studente «mai considerato, soprattutto in Italia, come soggetto bancario. Così una sera a cena parlando con Stefano Barrese, responsabile della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, abbiamo definito un prodotto che finanzi gli studenti post diploma senza garanzia, con un meccanismo di certificazione di Habacus seguendo determinati criteri come il superamento su base semestrale dell’80% dei crediti universitari. È un vero e proprio investimento, a prescindere dal voto di esame, sulla persona che applicandosi negli studi sarà molto probabilmente un soggetto performante».

Il finanziamento

Nasce così la collaborazione strategica con Intesa Sanpaolo per l’erogazione di “Per Merito”, un podotto sociale di impatto che rientra in una delle varie iniziative del gruppo bancario sul sociale. «È un vero finanziamento sul talento —ha detto Cuniberti —. Si rivolge a tutti gli studenti dai 18 anni in su per avere un sostegno economico per gli studi universitari, compresi dottorato e master». Si rivolge a tre milioni di studenti in Italia e collabora con 145 istituti tra Università, Afam, Its e scuole superiori specializzate, come la Scuola per Piloti di Alitalia, e 210 enti formativi all’estero. Grazie a questa idea, risorse finanziarie (con un tetto massimo di 50 mila per candidato nell’arco di tutto il suo percorso scolastico) per gli studi post diploma sono accessibili, infatti, a tutti gli studenti che vogliano ottenere un alto livello di formazione ma che, per mancanza di mezzi potrebbero rinunciare o dovrebbero pesare sui genitori. Viene concesso un prestito allo studente rimborsabile in 30 anni con un tasso (al momento) dell’1,5% ma che inizia a ripagare dopo il secondo anno. In casio di interruzione degli studi cessa l’erogazione ma non c’è un accanimento nei confronti dello studente.
Habacus attraverso una piattaforma di proprietà che mette in comunicazione studenti, banca e università, monitora semestralmente l’anadamento degli studi del candidato per garantire l’accesso al credito e mira a a responsabilizzare gli studenti (non serve che i genitori facciano da garante) sull’importanza di investire in sé stessi, sia in termini di formazione di alto livello, ma anche per insegnare a credere nelle proprie capacità per essere competitivi nel lavoro.

Formazione complementare

«La startup inoltre, durante il percorso scolastico fornisce anche spunti di approfondimento complementari in modo tale da dare la possibilità di acquisire quante più conoscenze possibili per far funzionare l’ascensore sociale — ha detto Cuniberti. — In Italia non ci sono le startup perché mancano gli studenti. Abbiamo un problema alla fonte. È una situazione drammatica di emergenza sociale mai approfondito. Bisogna avere il diritto allo studio e il diritto alla finanza per studiare». Al di là della crisi che stiamo attraversando, in Italia la percentuale di dispersione scolastica è già molto alto e ci colloca, le ultime rilevazioni Istat, collocano l’Italia al penultimo posto in Europa per numero di laureati tra i cittadini fra 25 e 34 anni (18% contro il 38% dell’Ue e una media Ocse al 44%) davanti solo alla Romania, e il prestito agli studi negli altri Paesi è ormai una realtà consolidata. La formazione è una leva strategica fondamentale per la crescita economica e occupazionale del Paese. Con questo strumento «si monetizza la capacità di studiare dello studente, che è una persona responsabile già solo per il fatto di contrarre un’obbligazione, e che avrà dopo gli studi una migliore probabilità di essere inserito nel mondo del lavoro. Non vendiamo prodotti finanziari — ci tiene a specificare Cuniberti — non è questo lo scopo che si vuole raggiungere ma creare condizioni per creare successo. Bisogna investire nella formazione e nell’alfabetizzazione finanziaria. Il vero investimento è nel capitale umano».

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